Corporate - 18/10/2022

Perché abbiamo fatto un libro cartaceo che racconta la storia Fantini

Report from the Waterfront. Fantini: storie di una fabbrica del design italiano, edito da Rizzoli, percorre le tappe salienti dell’azienda connettendo come in un puzzle i diversi tasselli  che  configurano la sua complessità e determinano la sua unicità nel panorama di settore.

È la mappa visiva posta in apertura del libro che meglio rappresenta l’insieme multiforme e variegato della visione imprenditoriale e strategica di Fantini che si racconta nel libro: prodotti, progetti, design, architettura, storia, innovazione, futuro e i loro punti di interconnessione. Si tratta di un’azienda sicuramente diversa da tutte le altre del settore della rubinetteria, l’unica che può raccontare una storia lunga e complessa che ha le sue radici nei valori fondanti guidati dalla passione dei due fratelli che l’hanno creata nel 1946. E nell’aver posto il design, fin dai lontani anni settanta, come bussola per indicare la strada del proprio sviluppo.

Ma cosa c’è dietro la produzione di questo libro che lo rende davvero un prodotto editoriale, lontano dall’immagine di un classico company profile aziendale?

Innanzitutto la decisione di fare un libro cartaceo tradizionale, con un  editore autorevole e una distribuzione in libreria.  In un’epoca dominata come la nostra sempre più dal digitale, è una scelta che ha un valore profondo: il libro è un prodotto, un ‘oggetto’ che è stato realizzato con la  stessa qualità, attenzione e cura materica  che Fantini  dedica alla realizzazione dei propri prodotti. Ha una carta pregiata, che è bella e piacevole al tatto e un formato pensato per essere gradevole da sfogliare e che invita alla lettura. Il progetto grafico studiato da Massimo Pitis ha interpretato i contenuti dei vari capitoli con un layout dinamico ogni volta diverso che genera sorpresa e non annoia.

 

E le parole. Noi crediamo nel valore delle parole, pur sapendo che un’immagine, come si è soliti dire, ‘vale più di mille parole’. In qualità di curatori, Renato Sartori ed io, abbiamo, dunque, studiato una struttura narrativa a più livelli: ci sono i virgolettati evidenziati con le frasi salienti di Daniela Fantini che percorrono tutto il libro, attraverso la cui lettura si può avere una visione sintetica, ma completa, del racconto complessivo e del pensiero generale della filosofia dell’azienda. Il testo vero e proprio approfondisce i temi e i contenuti espressi dal titolo dei capitoli. 

C’è poi in corpo più piccolo l’apparato didascalico che descrive le immagini.

Per la lettura dei prodotti abbiamo individuato delle parole chiave – il colore, la trasparenza, la purezza della tecnica, l’archetipo, modern classic, la memoria, l’ispirazione del lago – che ben rappresentano la molteplicità e la ricchezza dei linguaggi espressivi declinati dai tanti designer in prodotti che hanno, tutti, una poetica e una cifra stilistica  personale e molto diversa tra loro. Li unisce il pensiero che abbiamo definito ‘fantinità’, cioè la capacità propria dell’azienda di far convivere sotto il suo cappello anime progettuali così particolari e talvolta apparentemente disomogenee.

Sono queste le parole a ruota libera emerse in un branstorming collettivo quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto del libro : sogni, pensieri, progetti, energie, disegno, bellezza, armonia, passione, modernità, leggerezza, chiarezza, etica, cura, rispetto, gentilezza, innovazione, invenzione, autenticità, originalità, unicità, ricerca, sostenibilità, sperimentazione, qualità, perfezione, tecnica, tecnologia, know-how, efficienza, eccellenza, sobrietà…. Parole che Fantini ha sempre in mente quando progetta un nuovo prodotto con l’obiettivo, che ci piace ripetere come un mantra, di ‘dare all’acqua la forma migliore’.

Buona lettura! 

Patrizia Scarzella